VUILLEMIN E IL D.S. TREBAR AI TEMPI DELL’AMATORI CATANIA
VUILLEMIN E IL D.S. TREBAR AI TEMPI DELL’AMATORI CATANIA

di Paolo Boccaccio

Aveva deciso di fermarsi e dedicare il tempo alla famiglia, al ristorante Aragò, gestito dalla moglie Fanny e alla sua produzione di arancini de Catalogna import-export; con l'arrivo a Catania giorni fa il poliedrico Jean Michel Vuillemin ex allenatore dell'Amatori Catania degli anni ruggenti ci ha smentiti e non lascerà il suo primo amore il rugby.       

“E' più forte di me non resisto al richiamo della pallaovale e dopo aver vinto tutto in Spagna con il Barcellona, adesso ricopro la carica di diesse dei Diables Barcellona, franchigia che giocherà in Sudafrica”.

Amato e ricordato in tutto l'ambiente biancorosso, Vuillemin rilanciò alla grande l'Amatori Catania grazie a Benito Paolone che si innamorò della grinta e dell'entusiasmo di questo oggi sessantenne.
“Sono stati 5 anni bellissimi, anche perché avevamo un'ottima società alle spalle, fra le tante gioie quella di aver centrato da terribile matricola nel Super 10 i playoff disputando una memorabile semifinale con la Benetton Treviso. Catania in quel periodo a livello sportivo era sulla cresta, oltre a Benito ricordo Stazzone, Granata. Umberto Trebar, Luciano Catotti e Carmelo Ravidà e tanti altri. La squadra era forte con Arancio, De Jager, Privitera tanto per citarne alcuni. Ho fatto grandi sacrifici e continuo a farne ma con gioia. Il ristorante a S. Andrè è un punto di riferimento e la famiglia è importante”.

Tuo figlio è una buona seconda linea?
“Theo ha 15 anni ed è nei trequarti nelle giovanili dell'Argeles Sur Men, società di Seconda Divisione. E' un tipo già con le idee chiare e non intenzionato a tradire le orme di...papà”

Il rugby nel nostro Paese non decolla?
“Con grande rammarico in Italia va sempre indietro, nel Sei Nazioni incamera “cucchiai di legno” ma quel che preoccupa e che non si migliora. Ogni tanto si vince una partita, ricordo quella di due anni fa in trasferta col Galles ed è come si fosse vinta la Champions League, ci vuole continuità e programmazione. Giorni fa ho pianto osservando il Goretti in quelle condizioni, ammiro la passione di Totò Trovato ma la mancanza di un tipo della caratura di Paolone si sente, eccome”.             

 


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